CONTRATTO DI LOCAZIONE AD USO ABITATIVO
Il contratto di locazione ad uso abitativo disciplina nel dettaglio i rapporti tra locatore e conduttore i quali si obbligano, rispettivamente, a far godere un immobile per un tempo determinato e a pagare con cadenza periodica un corrispettivo. A seconda della forma contrattuale prescelta, le parti stabiliscono liberamente l’ammontare del canone oppure il canone è determinato sulla base di accordi territoriali stipulati tra le organizzazioni degli inquilini e quelle dei proprietari.
Il contratto a canone libero
Il contratto di locazione a canone libero si fonda sulla libera contrattazione tra il locatore e il conduttore e va redatto con cura.
Tuttavia, nel caso dell’insorgenza di dubbi, diventa fondamentale rivolgersi ad un professionista del diritto per formulare un testo esaustivo che tuteli le parti.
Il proprietario e il conduttore stabiliscono liberamente l’ammontare del canone e le altre condizioni del contratto di locazione: l’unico vincolo attiene alla determinazione della durata minima del contratto pari a quattro anni più quattro di rinnovo, tranne le ipotesi particolari tassativamente previste che giustificano una diversa durata come nel caso del subentro del proprietario o della vendita o integrale ristrutturazione dell’immobile.
Il contratto a canone concordato
Disciplinando il contratto di locazione a canone concordato, il legislatore ha inteso venire incontro alle esigenze di coloro che ricercano un immobile in locazione e non sono in grado di sostenere l’onere di un canone libero. La durata della locazione è di tre anni a cui si aggiungono due anni di rinnovo automatico (ovvero tre anni nel caso sopraggiunga l’intesa tra le parti). Il canone, sensibilmente inferiore rispetto ai prezzi di mercato, è determinato sulla base di accordi raggiunti a livello territoriale tra le organizzazioni della proprietà edilizia e degli inquilini. A questa tipologia di contratto fanno da cornice alcuni vantaggi fiscali, ai fini del reddito Irpef e dell’imposta di registro.