Revocare il mandato dell’avvocato evitando scontri
Il cliente può, in ogni momento, revocare il mandato professionale conferito all’avvocato. A tal fine, l’assistito deve fare pervenire al legale una dichiarazione scritta di revoca del mandato con la quale esprime la sua volontà di interrompere il rapporto.
Il rapporto fiduciario e la revoca del mandato
Il rapporto giuridico tra l’avvocato e l’assistito è regolato da un contratto di mandato, il cui elemento cardine è la fiducia reciproca. Con la revoca del mandato, il cliente recede dal contratto e mette fine al rapporto tra le parti. La fiducia da parte del cliente può venire meno per i più diversi motivi: a titolo di esempio, l’assistito potrebbe sentirsi non adeguatamente seguito o rilevare una scarsa disponibilità da parte dell’avvocato, o ancora potrebbe scorgere dei vizi e degli errori formali o lamentare di non ricevere sufficienti informazioni circa l’andamento del proprio procedimento giuridico.
La revoca dell’incarico: contenuto ed effetti
La revoca del mandato è redatta per iscritto ed è inviata al difensore a mezzo di raccomandata con avviso di ricevimento, oppure tramite posta elettronica certificata. Il documento contiene l’esplicitazione della volontà del cliente di recedere dal contratto e quindi di revocare l’incarico conferito, nonché la richiesta di restituzione di tutta la documentazione oggetto dell’incarico. Il cliente è tenuto a corrispondere all’avvocato i compensi dovuti per l’attività fino a quel momento prestata, mentre il professionista deve fornire al cliente una breve sintesi dello stato della causa in modo da consentire al nuovo legale una pronta difesa.
In definitiva, il contratto di mandato stipulato con il difensore è sempre revocabile e per il cliente sussiste solo l’obbligo di rifondere le spese sostenute. La lettera di revoca del mandato determina la cessazione del rapporto giuridico e di fiducia tra le parti. Qualora sorgano dei dubbi nella redazione del documento in questione è opportuno rivolgersi a un avvocato.