Come premunirsi contro il mancato pagamento dell’affitto da parte del proprio inquilino?

Il contratto di locazione prevede in capo all’inquilino l’obbligo di versare ogni mese il canone pattuito. Se questi si rende inadempiente, il proprietario può intimargli il pagamento delle mensilità arretrate con un’apposita lettera di sollecito.

I rimedi contro la morosità dell’inquilino

Per prevenire il verificarsi di episodi di morosità, cioè di mancato pagamento del canone da parte del locatario, il proprietario dell’immobile ha a sua disposizione, già in sede di stipula del contratto, due diversi strumenti. Innanzitutto, può essere stabilito contrattualmente che il locatario versi, all’atto della conclusione del contratto, una somma a titolo di cauzione, corrispondente al massimo a tre mensilità, che il locatore potrà trattenere in caso di mancato pagamento dell’affitto. Inoltre, le parti possono prevedere una penale che l’inquilino dovrà pagare in caso di ritardo nel pagamento o di mancato pagamento.

Il sollecito per mancato pagamento dell’affitto

Quando l’inquilino risulta inadempiente, il locatore ha facoltà, in ogni caso, di richiedere il pagamento dell’affitto con una lettera di sollecito. In particolare, con tale comunicazione, il proprietario potrà avvertire la controparte che, permanendo la sua morosità, si giungerà alla risoluzione del contratto. La lettera di sollecito può portare a risolvere la controversia in modo rapido e bonario, evitando le lungaggini e la dispendiosità tipica di un processo. Per avere la necessaria rilevanza in caso di un eventuale, successivo processo, il sollecito va spedito con raccomandata con ricevuta di ritorno.

La lettera di sollecito deve essere compilata nelle sue parti essenziali e deve fare riferimento allo specifico contratto di locazione in corso tra le parti, riportandone la data di stipula. Il modello da noi proposto può adattarsi alla maggior parte dei casi di inadempimento per mancato pagamento dell’affitto. In caso di perplessità, comunque, può essere opportuno consultare un avvocato di fiducia.