Come far annullare una procedura di autotutela senza assumersi troppi rischi?

La procedura di autotutela consente al contribuente di chiedere l’annullamento di un atto errato. La richiesta di questo esercizio comporta il riesame dell’atto e viene accolto o rigettato dall’Ente. I termini per il ricorso giurisdizionale, però, non vengono sospesi.

Richiesta di revisione: in quali casi


Fare istanza di annullamento in autotutela di un atto significa rivolgersi all’Amministrazione che lo ha emesso perché proceda alla rettifica dell’errore o all’annullamento. Questo istituto può essere utilizzato in alcuni casi come un errore di persona, una pretesa impositiva derivante da errori di calcolo, una doppia richiesta del tributo, la mancata presa visione di documenti inviati dal contribuente ed altri ancora. Se l’atto è ritenuto illegittimo, l’istanza deve essere spedita all’Ufficio che ha lo ha emesso tramite raccomandata con ricevuta di ritorno.

La procedura di autotutela: quali rischi 


Con l’istanza di autotutela esistono rischi? Bisogna ricordare che presentando l’istanza, il termine per la presentazione del ricorso all’Autorità giudiziaria rimane invariato e quindi può scadere. Per non correre rischi si può decidere di presentare contemporaneamente anche il ricorso giurisdizionale, prima che questo diventi inammissibile. Il potere dell’autotutela sta nel fatto che, in caso di errore, l’Amministrazione può annullare l’atto senza dover attendere la decisione del giudice. Questa scelta evita oneri legali: presentando istanza di autotutela non ci sono spese e, inoltre, si evita il rischio di soccombenza.

Nel modulo da noi proposto vengono indicati i dati dell’atto di cui si richiede la revisione e i vizi che si ravvisano. Alla richiesta per la procedura in autotutela deve essere allegata la documentazione (ed eventuali quietanze): si tratta di una istanza economica senza spese. Il documento consta di una pagina in cui inserire alcuni semplici dati: in caso di incertezze, è sempre bene rivolgersi a un legale.