Quanto tempo occorre conservare una quietanza di pagamento

Anche in un’era digitale come quella attuale fatture, scontrini e ricevute sono strumenti insostituibili. Qualora vengano effettuati accertamenti rappresentano i giustificativi in grado di evitare un doppio pagamento e, in caso di contestazione, l’applicazione di sanzioni e interessi.

 

La quietanza di pagamento e i termini di legge previsti

Il periodo di conservazione varia in base alla tipologia di documento. Ad esempio, chi è appena tornato da una vacanza è tenuto a conservare le ricevute dell’albergo per 6 mesi. Le persone che sono solite acquistare da Internet dovranno tenere nel cassetto le ricevute degli spedizionieri per un periodo minimo tra i 12 e i 18 mesi a seconda del Paese di provenienza delle merci. In campo assicurativo è sufficiente conservare la quietanza di pagamento per un anno. La ricevuta relativa al pagamento del bollo auto deve essere mantenuta integra per 3 anni : tale termine è valido anche per fatture e parcelle di avvocati e professionisti.

 

I principali documenti da conservare per un minimo di 5 anni


Cinque anni è il termine fissato per la quietanza di pagamento relativa a spese condominiali, canoni di locazione, utenze domestiche e rate dei mutui. Anche per le multe stradali e per le ricevute attestanti il pagamento di tasse rifiuti, ICI, IMU e TASI valgono i 5 anni. Modello UNICO e 730, invece, devono essere conservati per 6 anni. Gli estratti conti bancari e postali e il canone RAI devono essere custoditi per 10 anni.

Oltre a tener conto delle tempistiche richieste dalla legge, per conservare al meglio una quietanza di pagamento è importante suddividere i documenti in base alla scadenza, disponendoli all’interno di apposite cartellette. Rivolgendosi a un avvocato sarà possibile avere un quadro dettagliato sulle singole quietanze di pagamento e sui termini di conservazione delle stesse.